Il Coadiutore del cavallo, un lavoro che fa sognare
Articolo a cura di Nadia Perlo
E' scorretto affermare che il lavoro del Coadiutore del cavallo sia già entrato a pieno titolo nell'immaginario collettivo, eppure si tratta di un'occupazione concreta onestamente retribuita per tanti giovani che hanno saputo costruire nel tempo una relazione sana con uno o più cavalli.
Il termine deriva dal latino coadiuvare, composto da co- (per cum "con") e adiuvare "aiutare".
L'etimologia stessa racchiude un significato bellissimo, profondo: il Coadiutore aiuta il cavallo a migliorare la qualità di vita delle persone nell'ambito degli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA).
Spiegato in questi termini appare come un lavoro ambizioso, forse persino presuntuoso dal momento che il cavallo ha un'esperienza millenaria nel sostenere l'umanità. Lo ha sempre fatto da solo, senza bisogno di essere coadiuvato.
In principio ha nutrito l'uomo con il latte e le sue carni, poi ha combattuto per conquistare imperi sopportando armature pesanti, speroni e armi da fuoco. Ha trainato aratri, carrozze regali e carri gitani. Ha sostituito vetture e ambulanze, lavorato in miniera e trasportato in velocità la posta dell'uomo quando internet non era neppure un lontano miraggio. Fin dai tempi di Ippocrate il cavallo ha saputo donare serenità, concretizzando secoli fa le più recenti raccomandazioni delle autorità sanitarie in tema di salute mentale.
E' tempo che la relazione uomo-cavallo evolva in modalità rispettosa.
E' importante saper cogliere una concreta possibilità di progresso per evitare l'ennesima forma di sfruttamento del cavallo da parte dell'uomo. Credo che in questo risieda l'aspetto più affascinante del compito che spetta al Coadiutore del cavallo: non è sufficiente saper preparare l'animale (anche dal punto di vista atletico), gestirlo durante la realizzazione dell'intervento. Occorre essere in grado di tutelarne il benessere psicofisico lavorando in stretta sinergia con il Medico Veterinario esperto in IAA, per garantire un'azione in scienza e coscienza.
Al Coadiutore non è richiesto, da Linee guida nazionali, un titolo di studio superiore ma sono indispensabili impegno e dedizione che vanno ben oltre l'incontro di un'oretta con il beneficiario dell'intervento educativo o terapeutico.
Solo dopo aver scoperto i vantaggi del lavoro in team con una formazione ad hoc erogata da Enti accreditati a livello regionale è possibile per il Coadiutore lasciarsi sorprendere dall'efficacia di due cuori che battono all'unisono.

Il mio primo ingresso in una scuderia risale ad una trentina di anni fa.
Avevo studiato danza classica fin dalla tenera età. Muscoli d'acciaio, con cui eseguivo 32 fouettè sulle punte, mi avevano dato la malsana convinzione di poter replicare con facilità piroette e balzi felini in sella ad un cavallo. Non sospettavo minimamente che prima di arrivare al piaffe, ai cambi di galoppo al volo, al salto di ostacoli impegnativi avrei affrontato un percorso così emozionante.
Il colloquio iniziale con l'Istruttore federale, uomo anziano di grande talento, si concluse con una fragorosa risata (sua!) e io mi ritrovai a pulire box e strigliare cavalli osservandoli per ore.
Fu così che imparai, tra sudore e lividi, quanta autenticità sia richiesta nella comunicazione equina.
E fu così che mi resi conto di quanto spesso, accanto ad animali considerati difficili, lavorino uomini forgiati dalle difficoltà della vita. Uomini rinati tra il profumo dei cavalli, in angoli di paglia resi accoglienti dalla luce solare filtrata da finestre polverose. Persone in ombra che non riceveranno mai coppe né coccarde né titoli accademici prestigiosi ma che, per lezioni di coerenza e onestà intellettuale apprese dal contatto non violento con i cavalli, saprebbero governare con successo intere nazioni.
Oggi mi ritengo fortunata per aver acquisito sul campo competenze tecniche che ogni Coadiutore del cavallo offre, a garanzia della docilità di un animale coinvolto in IAA. Non basta essere sussurratori per tutelare l'incolumità di utenti e Referenti di intervento.
Erede di tradizioni equestri tramandate da grandi maestri che in sella hanno saputo incantare l'Europa intera, il Coadiutore italiano diventa in tempi moderni modello di gestione rispettosa del cavallo.
Durante la realizzazione di un intervento conduce semplicemente un cavallo a mano, per lo più al passo, ma sa portare ai più giovani basi equestri solide che li renderanno capaci di una scelta consapevole. Potranno decidere di seguirne le orme lavorando nel sociale per costruire una comunità educante davvero inclusiva, darsi a prodezze atletiche in sella o diventare ammiratori di criniere al vento, simbolo inequivocabile di libertà.